L'esperienza di Dinard e i motivi che mi spingono a partecipare anno dopo anno.
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La partecipazione allo Stage di Dinard è oramai diventato uno degli appuntamenti fissi della stagione, una tappa necessaria nel percorso di formazione personale e un momento di interruzione delle abitudini quotidiane a favore della "démarche attiva".
Ogni stage è diverso da un altro, ogni anno particolare, non c'è routine nella routine: si parte dai bisogni degli stagisti e dalle necessità dei bambini per costruire il processo necessario all'evoluzione degli stessi attraverso l'evoluzione dei maestri.
Ogni volta arrivo pensando di sapere tutto e vado via con la certezza di dover continuare ad approfondire e sperimentare.
Ogni volta fatico ad abbandonare la mia "zona di confort" (vecchi funzionamenti), ma ogni volta sono messo nella condizione di spingermi oltre.
Tutte le volte che partecipo allo stage sento di aver fatto la scelta giusta, una scelta che mi porta ad un livello di comprensione maggiore.
Ogni anno ritorno perché lo stage mi cambia.
Durante questa edizione sono entrato in acqua, ho preso parte a tutte le lezioni e non mi sono mai tirato indietro, pur non comprendendo bene il francese.
Perché lo faccio?
Perché questo è l'unico modo che mi permette di ampliare la mia "scatola degli attrezzi":
costruzione personale, quadro di riferimento, conoscenze teoriche, esperienza, costruzione della personalità, socialità, forma fisica e amicizia etc.
Durante lo stage ci si sente parte integrante di un processo in evoluzione:
la cultura, l'esperienza e le visioni lungimiranti di Raymond Catteau unite al suo rigore e tenacia sono stimolanti e da esempio, il gruppo di formatori fanno il resto e la figura di Mauro Antonini è il collante che media e che guida le parti, mantenendo un approccio attivo a 360°.
L'apporto teorico mi dà sempre argomenti nuovi da approfondire e mi permette di comprendere meglio l'esperienza pratica.
Pur conoscendo la maggior parte degli argomenti, spesso mi rendo conto di essere in difficoltà nel rispondere alle questioni che scaturiscono dall'aula e questo mi permette di selezionare gli argomenti e di approfondirli alla fine di ciascuna lezione.
La partecipazione allo stage mi permette di confrontare le problematiche di formazione degli stagisti con quelle che incontro all'interno della mia società e quando torno in Italia sono in grado di affrontarle con un livello di risoluzione maggiore.
L'accoglienza dei "Francesi" è ottima e il piacere e il divertimento sono assicurati; il piacere di conoscere persone di altre nazionalità, persone di grande esperienza, è impagabile.
L'esperienza di Dinard è da ripetere ogni anno e da consigliare a qualsiasi istruttore di nuoto.
Marco Magara