ILGRUPPO
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Henri Wallon in un articolo dal titolo « L’ambiente, i gruppi e la psicogenesi del bambino » propone una distinzione tra ambiente e gruppi, in grado di chiarire il problema della socializzazione.
L’ambiente è « l’insieme più o meno duraturo di circostanze in cui si sviluppano le esistenze degli individui ». Le istituzioni ne fanno ovviamente parte.
Il gruppo è « la riunione di individui che hanno tra loro dei rapporti che assegnano ad ognuno il suo ruolo e il suo posto nell’insieme ». Questi rapporti sono opera degli individui stessi, come si vede nelle relazioni emotive dal primo anno di vita.
Le relazioni tra gruppo e ambiente sono dialettiche. Una parte degli scopi che si assegna il gruppo è stabilito dall’ambiente. Perciò la dinamica del gruppo « classe scolastica » non può essere concepita indipendentemente dai programmi e metodi istituiti: « Un gruppo non potrebbe essere definito in astratto, né la sua esistenza riferita a dei principi formali, né la sua struttura spiegata secondo uno schema universale… Tutti i gruppi si assegnano degli scopi determinati da cui dipende la loro composizione ».
Non dobbiamo dunque aspettarci una sorta di assioma del gruppo in sé, come tenta di elaborarlo la psicologia sociale americana: la comprensione vera dei gruppi reali. Ma ciò non vuol dire nemmeno che possiamo esimerci dallo studiare le relazioni che si sviluppano in questi ultimi, né che si possano spiegare i comportamenti sociali del bambino prendendo in considerazione la sola influenza che esercitano su di lui i quadri sociali: « Il gruppo è indispensabile al bambino, non solo per il suo apprendimento sociale, ma anche per lo sviluppo della sua personalità e per la presa di coscienza che ne può conseguire ».
Il gruppo lo tiene tra due opposte esigenze. « Da una parte, l’affiliazione al gruppo nel suo insieme, altrimenti il gruppo perde la sua qualità di gruppo. Deve allora assimilare il suo caso a quello degli altri membri; deve identificarsi al gruppo nella sua totalità: individui, interessi, aspirazioni.
D’altra parte egli non può aggregarsi veramente al gruppo che entrandone nella struttura. Cioè prendendovi un posto, un ruolo determinato, differenziandosi dagli altri, accettandoli come arbitri dei suoi successi o dei suoi fallimenti, in breve facendo tra di loro la figura di individuo distinto che ha il suo orgoglio e la cui autonomia non deve quindi essere ignorata ».
È attraverso la mediazione delle relazioni interpersonali, nel gruppo che il soggetto costruisce, in una dialettica di identificazione e di individualità deliberata, le strutture della sua personalità e la coscienza di sé, senza le quali non vi è socializzazione di tipo umano e dunque né istituzioni né ambiente sociale.
Un tale approccio permette di superare l’opposizione tra le due correnti che, ci sembra, abbiano dominato lo studio della socializzazione, una sociologista, l'altra psicologista, e ci orienta verso lo studio della comunicazione culturale grazie alla quale gli strumenti e i valori di una società prendono significato e si strutturano nelle relazioni di gruppo.
(*) Wallon (Henri). - Les milieux, les groupes et la psychogenèse de l’enfant. In : Enfance n° spécial, 3-4, mai - octobre 1959.